Di Luca Furzi
Come ben sappiamo, l’annata 2014 è stata un’annata particolare, considerata non delle migliori almeno sulla carta.
Il bollettino recita: un inverno caldo e piovoso, una primavera mite con poche precipitazioni e un mese di agosto con piogge e temperature notevolmente sotto la media.
Proprio per questo i produttori di Brunello hanno avuto vita dura sia sui campi che in cantina per ottenere sempre il solito grande standard qualitativo che per Montalcino è alla base di tutto.
Ho assaggiato alcuni Brunelli, alcuni dei miei preferiti, così da potervi raccontare la mia idea di questo millesimo.
Ciacci Piccolomini d’Aragona: Al naso frutti di bosco ben maturi, un’elegante nota balsamica e lievemente tostata chiude la parte olfattiva. Al primo sorso note di sottobosco e frutti a bacca piccola cedono il passo a una bocca morbida e strutturata. Il secondo sorso lascia spazio a ciliegia, tabacco e un ricordo di chiodi di garofano. Una bella acidità e sapidità rendono il vino complesso dove il tannino è ben controllato fine e persistente. 93/100