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Rassegna Stampa

08 • 12 • 2022
Montalcino news

Il campo sportivo di Montalcino sarà dedicato a Giuseppe Bianchini, il presidente più longevo del club biancoverde (dal 1990 al 2004), che ha portando la squadra dalla Terza Categoria all’Eccellenza, facendo conoscere il nome della Montalcino sportiva anche oltre i confini della Toscana. L’iniziativa, proposta dall’Asd Montalcino e supportata da una raccolta firme, è stata accolta dalla giunta comunale e dovrà adesso essere autorizzata dalla prefettura. A quel punto ci sarà il via libera per l’intitolazione dello stadio, che avrà anche una targa all’ingresso dell’impianto con la denominazione “impianto sportivo Giuseppe Bianchini”.

“L’iniziativa nasce dalla volontà di ricordare Beppe Bianchini, il più importante presidente del Montalcino – spiega alla MontalcinoNews il n. 1 del club, Bernardo Losappio – ci sembrava giusto che lo stadio fosse intitolato a lui che ha dato tanto allo sport montalcinese, considerando che una intitolata a Soccorso Saloni c’è già. Bianchini era un grande imprenditore, ha fatto la storia del Brunello, ma anche una persona di grande generosità e sensibilità. Faremo una cerimonia con i suoi familiari, per celebrarlo, probabilmente in primavera ma dipenderà dai tempi della prefettura”.

Bianchini è stato un punto di riferimento per lo sport locale. Non solo per i successi sul campo (nel 1999 spinse l’amministrazione comunale di allora ad ampliare il terreno di gioco come è attualmente), ma anche per come riuscì a coinvolgere la città, attraverso iniziative come la Festa di Primavera, da lui ideata e tutt’oggi esistente. “Purtroppo oggi non è più così – dice amaro Losappio – l’intitolazione potrebbe essere l’ultimo atto di questa società. Siamo stanchi che Montalcino non risponda, nonostante il nostro impegno, anche verso i giovani. Poche sono le persone e le aziende disposte a dare una mano. Non parlo solo di sponsor, ma anche di voglia di partecipare ad un’attività che coinvolge i giovani di un paese che non ha la palestra e non ha tantissime attività sportive. Così non possiamo continuare. Ma al momento è solo una mia riflessione. Non c’è alcuna decisione già presa”.

Focus: chi era Giuseppe Bianchini

Giuseppe Bianchini nasce a Siena il 04/06/1938 da Giovanni Bianchini ed Ernesta Marchiani, i genitori lavorano all’interno dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore e lui frequenta le scuole elementari e medie ad Asciano per poi proseguire gli studi a Siena presso Istituto Agrario “Santa Regina”. Appena diplomato inizia subito a lavorare per laTenuta di Argiano come sottofattore, occupandosi della gestione di tutte le produzioni agricole. Nel 1959 si sposa con Annina Benocci, e negli anni ‘60 nascono i figli Paolo e Lucia. Nel maggio del 1962 viene chiamato a ricoprire il ruolo di amministratore unico per l’azienda Ciacci Piccolomini d’Aragona, proprietà della Contessa Elda Ciacci Piccolomini d’Aragona, e da lei gestita con il tradizionale sistema della mezzadria.

Braccio destro e uomo di fiducia della Contessa, negli anni ‘70, avendo una mente lungimirante, invita più volte la proprietà ad orientarsi maggiormente verso quella che sembrava essere la vocazione di Montalcino, la produzione vitivinicola. La Contessa, ormai anziana e vedova, non si dimostra d’accordo e, alle frequenti richieste di Giuseppe, risponde sempre dicendo che chi le sarebbe succeduto alla guida dell’Azienda avrebbe fatto come meglio credeva, lei non intendeva cambiare nulla.

Giuseppe, avendo due figli ormai grandi, ed essendo un uomo intraprendente e dalle mille idee, con la consapevolezza della potenzialità del territorio dove abitava, decide con la moglie di acquistare un casolare con dei terreni e di impiantare autonomamente dei vigneti, mantenere e mettere in produzione gli uliveti già presenti e, amando gli animali, di avere un piccolo gregge di pecore.

Contemporaneamente, fedele al suo estro, partecipa al restauro dell’Albergo Ristorante “Il Giglio” di Montalcino che poi farà gestire al figlio Paolo e rileva l’antica oreficeria storica di Montalcino che invece verrà gestita dalla figlia Lucia. Rileva inoltre un fondo nel centro storico, sempre a Montalcino, Il Vecchio Frantoio Pescatori, dove realizzerà un’attività di ristorazione, si tratterà della prima pizzeria del comune di Montalcino.

La gestione amministrativa di Ciacci Piccolomini d’Aragona resta sempre la sua attività principale, ma chiede ed ottiene dalla Contessa il permesso di potersi dedicare ad altre due aziende del luogo come consulente.

Nel giugno 1985 muore la contessa Elda, dopo un mese circa viene aperto il testamento dove aveva espresso le sue volontà, e Giuseppe Bianchini scopre di essere stato nominato suo erede universale. Giuseppe accetta l’eredità e può finalmente realizzare il suo sogno dando vita all’azienda vitivinicola che aveva sempre desiderato.

In meno di dieci anni riesce a far crescere l’azienda ed a farne conoscere il nome in Italia e
all’estero, e prende i primi contatti per l’esportazione in Europa e negli Stati Uniti. Nei primi anni ‘90, con il crescere della propria azienda e delle esportazioni, è costretto a cedere le altre attività e lasciare le consulenze. I suoi sforzi e quelli della sua famiglia si concentrano unicamente su Ciacci Piccolomini d’Aragona.

Una volta divenuto proprietario di Ciacci Piccolomini d’Aragona, come unico erede universale, decide di donare a ciascuno degli ex mezzadri ancora residenti nelle abitazioni dell’azienda un  appezzamento di terreno, mentre alla curia alcuni degli immobili all’interno del paese di Castelnuovo dell’Abate e parte dei terreni.

Dopo i primi 10 anni di attività la cantina storica ed i magazzini nel centro di Castelnuovo
dell’Abate, seppur restaurati accuratamente da Giuseppe, non sono più sufficienti a supportare la mole lavorativa data dallo sviluppo produttivo dell’azienda. Giuseppe decide di progettare e far costruire una nuova cantina con nuovi magazzini fuori dal centro storico, grandi abbastanza da poter soddisfare le nuove esigenze.

Nel 2004, viene insignito dal Comitato Cateriniano come “Imprenditore e Sportivo dell’anno” con il premio Santa Caterina d’Oro. Oggi il vino più importante dell’azienda Ciacci Piccolomini d’Aragona, il Brunello di Montalcino “Vigna di Pianrosso” Riserva Santa Caterina d’Oro è così chiamato in suo onore.

Giuseppe Bianchini tra sociale, territorio e sport

Accanto all’impegno lavorativo Giuseppe non ha mai dimenticato quello sociale e per il territorio, contribuendo sempre in prima persona. È stato presidente dell’unione Sportiva Montalcino per oltre 13 anni portando la squadra dalla 3° categoria all’Eccellenza, e dell’associazione ciclistica Mazzola Valli in Siena.

Ha creato una festa popolare a Montalcino, la Festa di Primavera, i cui proventi venivano messi a disposizione della società sportiva calcistica.

La presidenza dell’Unione Sportiva Montalcino di Giuseppe Bianchini dal 1990 al 2004 è stata la più lunga presidenza nella storia del calcio montalcinese e non solo in termini di durata, ma anche perché ha portato il calcio montalcinese ai massimi livelli regionali, facendo conoscere il nome della Montalcino sportiva anche oltre i confini della Toscana.

Giuseppe Bianchini riuscì a raggiungere non solo successi di squadra, ma a creare una vera e propria “era Bianchini” in cui con la sua simpatia e operosità aveva creato un tutt’uno tra paese, squadra, simpatizzanti e collaboratori. È da un’idea di  che nel 1996 viene tenuta la prima edizione della “festa di Primavera” rimasta un appuntamento fisso. Le giornate della festa rappresentano ancora oggi un’occasione di incontri, riflessioni e valutazione sul presente e futuro dell’associazione sportiva.

Con Giuseppe Bianchini l’unione sportiva assunse la fisionomia di un organico completo e ben funzionante sia dentro che fuori dal campo di gioco. Tant’è vero che proprio per i successi di squadra, l’Amministrazione comunale con il Sindaco Massimo Ferretti e l’assessore allo sport Franco Pazzaglia realizzò nel 1999 l’ampliamento del terreno di gioco, così come è attualmente, per portarlo alle dimensioni regolamentari richieste per la partecipazione ai massimi campionati regionali, con ampliamento anche degli spogliatoi.

Breve biografia sportiva e sociale sotto la gestione Bianchini del Montalcino calcio

1990 Giuseppe Bianchini assume la presidenza dell’U.S. Montalcino
1993 promozione in Seconda Categoria
1996 promozione in Prima Categoria
1996 prima edizione Festa di Primavera
1999 promozione nel campionato di Promozione
2003 promozione nel campionato di Eccellenza

06 • 12 • 2022
Montalcino news

“Top 100 Wines of Italy 2022” by James Suckling, il critico americano di stanza in Asia ma tra le voci più seguite ed ascoltate del mondo enoico internazionale. Il Brunello di Montalcino è ben presente con 14 etichette, posizione che lo colloca, come numero di presenze, solo dietro alla “sorpresa” dell’Igt Toscana che ha ben 21 vini (con la presenza di alcune aziende di Montalcino, come il Luce della Vite Toscana Luce 2019 al n.6, il Luce della Vite Toscana Lux Vitis 2018 al n.32, Argiano Toscana Solengo 2020) nel ranking. Al primo posto troviamo un Barolo, Paolo Scavino Barolo Rocche dell’Annunziata Riserva 2016 mentre il primo Brunello di Montalcino presente è al n.33 con Altesino Brunello di Montalcino Montosoli 2018.

Focus - “Top 100 Wines of Italy 2022” by James Suckling - I Brunello di Montalcino in classifica

33 - Altesino Brunello di Montalcino Montosoli 2018
53 - Capanna Brunello di Montalcino Nicco 2016
54 - Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2018
57 - Salicutti Brunello di Montalcino Sorgente 2017
73 - Castiglion del Bosco Brunello di Montalcino Zodiac Riserva 2015
74 - Casanova di Neri Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2018
80 - Biondi-Santi Brunello di Montalcino Riserva 2016
81 - Palazzo Brunello di Montalcino Riserva 2016
83 - Corte Pavone Brunello di Montalcino Anemone Al Sole Riserva 2016
84 - Pieve Santa Restituta Brunello di Montalcino Sugarille 2018
88 - Livio Sassetti Brunello di Montalcino 2018
93 - Siro Pacenti Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2018
96 - Caparzo Brunello di Montalcino Vigna La Casa 2018
100 - Argiano Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2018

02 • 12 • 2022
KOwine Kerin O'Keefe

After tasting almost 170 2018 Brunello di Montalcino, here’s everything you need to know about the vintage and the wines.

For Brunello fans who love fragrant wines with energy, elegance and balance, you are going to love the soon-to-be-released 2018s. I haven’t been this excited by a recent vintage since the classic 2013s were released five years ago. And the best part is that thanks to improvements in vineyard management and cellar practices, many of the 2018s are already approachable but the best also promise years of pleasure and evolution.

Unlike the many dry, scalding vintages of the 21st century – think 2003, 2007, 2011, 2015, 2017, 2021 and 2022 – 2018 was cooler and wetter. In other words, a blast from the past in terms of weather in the denomination. As Susanna Padelletti, who owns the historic family firm of the same name along with her son and daughter puts it, “2018 was the last year Montalcino had a continental climate.” Made from vineyards located in the northern part of the denomination, Padelletti’s 2018 is outstanding.

Weather

Coming on the heels of the extremely dry and scorching 2017, 2018 benefitted from average rainfall and snow in the winter. Higher than average temperatures lasted until late February, when there was a sharp dip in temperatures and snow throughout the denomination. This was followed by light snow, rain and minimum temperatures below 0°C and maximum 15°C in March. Sporadic rain and cool temperatures continued in April during bud break before surging suddenly in the middle of the month.

May was defined by frequent, abundant precipitation but high temperatures encouraged excellent vegetative development, with flowering occurring at the end of the month. By this time, the water reserves accumulated in the soils enabled the vines to stand up to the high but not excessive temperatures in June and July. August was marked by intermittent rain and normal temperatures that fell sharply at the end of the month, impacting grape maturation. The first half of September saw some rainy days the first week followed by good weather and maximum temperatures of 30°C that helped the ripening process. However, heavy rain and lower temperatures of around 20°C in the second half of the month drove some producers to anticipate the harvest.

Harvest

When a producer harvested in 2018 was crucial.

“We started harvesting on September 27 and finished on October 6,” says Francesco Ripaccioli, who owns and runs the family-owned Canalicchio di Sopra estate along with his brother Marco and sister Simonetta. “Here in the north, where clay soils can retain water, we particularly benefitted from the Tramontana, the northern wind that dried the grapes and concentrated acidity and polyphenols before the harvest.”

Besides harvesting at the right moment, the riskiest decision for all winemakers, the Ripacciolis also performed a pre-harvest to eliminate unripe grapes. The results are gorgeous, beautifully balanced, vibrant and elegant wines, including my only 100-point rating for the vintage.

Ripaccioli compares the 2018 vintage to the 2008, an overall undervalued vintage that was cooler and fresher than the big, bombastic 2007s. While the brawny 2007 Brunellos garnered all the attention and overshadowed the more elegant and vibrant 2008s, in general the 2007s have not held up over the years. The best 2008s on the other hand are showing beautifully now , like Canalicchio di Sopra’s 2008 that I tried in late November and that I scored highly when it was released ten years ago (read my report on 2008 Brunello).

While the 2008s were a mixed bag of highs and lows, the overall quality across the board for the 2018s is extremely high, demonstrating the know-how and experience of the producers has increased in the last decade.

While some producers say 2018 was a tough year, Alessandro Mori, owner and winemaker of Il Marroneto along with his son Jacopo, isn’t having it. “I disagree with producers who say 2018 was a difficult vintage. Because every vintage, for one reason or another is difficult. We’re growers and producers, it’s part of our job to know how to handle whatever Mother Nature hands us.” The Moris nailed it, and their dazzling 2018s are stellar.

Transparency and Terroir

Luminous and radiant, the 2018s beautifully reflect their individual terroirs, offering a transparency that the burly, warm 2017s and 2015s lack. With the exception of the top 25 or so producers, even many of the 2016 Brunellos, from what in terms of climate was a far superior vintage to 2018, don’t reflect their unique terroirs to the extent that the 2018s do across the denomination.

The 2018s have fresher acidity than recent vintages, more energy and fragrance, and with very few exceptions, lower alcohol levels compared to the last three vintages. The also have more refined tannins, all of which allows their different growing zones to shine through.

Single Vineyards on the Rise

More and more producers are now producing single vineyard offerings and the 2018 beautifully interpreted the differences. Some of my top-scoring Brunellos hailed from grapes on grown on Montosoli, including Canalicchio Vigna Montosoli, Baricci, and Le Ragnaie Casanova Montosoli. Further south, Banfi’s Vigna Marrucheto performed beautifully, combining power and finesse.

The 2018s also allowed the many different subzones to shine through as a whole. For example, many of my highest-scoring wines, including Le Chiuse, Il Marroneto and Fuligni, hailed from vineyards in the classic area just north of Montalcino, where the area’s legendary and celebrated elegance shines through with pristine clarity. Immediately south of Montalcino, in the area known as Podernovone, Gianni Brunelli, San Polino and San Polo excelled while most producers in Castelnuovo dell’Abate produced excellent wines overall, including Mastrojanni and Poggio di Sotto.

As in all denominations including Barolo for example, not all single vineyard or cru offerings translate into superior quality. Today, more than the vineyard, subzone or vintage, the best guarantee to investing in a great Brunello is the name and reputation of the producer.

Cellaring

Most of the 2008s are going to be drinking beautifully right out of the gate, thanks to their refined tannins. But don’t let this fool you: these are not lightweights. While they don’t have the massive structures that have become common in Brunello recently, many are full-bodied while others are medium-bodied, and the best have the vibrancy and intensity to age well until 15-20 years after the harvest, while some will age even longer.

Other new releases
Besides the 2018s, the 2017 Riservas are also being released shortly. While tasting notes will be uploaded soon, suffice to say that 2017 overall was not a year for Riservas. Most of the wines were monolithic and dominated by alcohol.

I also tried two just released 2016 Brunellos from Paradiso di Manfredi and Fonterenza that release their wines later than other producers. They both showed very well.

I also tried one of the most exciting wines of my tasting last week in Montalcino: Le Chiuse 2013 Brunello Riserva Diecianni. As some readers may recall, I gave the firm’s 2013 Brunello 100 points when it was released five years ago. The 2013 Riserva, made from the oldest vines and then aged ten years before release almost five of which in bottle, is absolutely magnificent. Ready to try now, it will also age for decades, as only the finest Brunellos can. 100 points.

98 Ciacci Piccolomini 2018 Brunello di Montalcino Pianrosso
Camphor, forest floor, wild berry and dark spice aromas lead the way. Full-bodied and supremely elegant, the delicious palate delivers ripe Morello cherry, crushed raspberry, licorice and tobacco framed in tightly woven, velvety tannins. Bright acidity keeps it balanced and lifted. Drink 2025–2038. 14.5% abv. Kerin O’Keefe November 2022 ©kerinokeefe.com

97 Ciacci Piccolomini Brunello di Montalcino
Forest berry, spice, hay and menthol aromas mingle with whiffs of new leather on this stunning, fragrant Brunello. A top-scorer vintage after vintage, the 2018 combines elegance and a full body, delivering dried cherry, blood orange, licorice and ground clove alongside firm but refined tannins. Bright acidity keeps it energized while a saline mineral note adds depth to the finish. Drink 2026–2038. 14.5% abv. Kerin O’Keefe November 2022 ©kerinokeefe.com

23 • 11 • 2022
James Suckling

We have been wrapping up our tastings of 2018 Brunellos this week in the Hong Kong office, and they’re shaping up to be more balanced and drinkable compared with the chewy and tannic 2017s while not as structured or powerful as the great 2015s and 2016s. But there are some exceptions that will be discussed in our coming 2018 Brunello report.

Our two highest-scoring Brunellos this week are Ciacci Piccolomini d’Aragona’s Pianrosso 2018 and Altesino’s Montosoli 2018. The northern hill of Montosoli has excelled in 2018. Altesino’s Montosoli 2018 is on par with the great 2015 and 2016 vintages, and it displays fantastic aromatic complexity of fresh and dried fruit and savory iodine character, with finely knit tannins. On the opposite, southeastern slope of Montalcino, fruit from the Pianrosso vineyard produced a 2018 Brunello vintage full of depth and intensity. Alex Bianchini of Ciacci Piccolomini d’Aragona told us in a Zoom interview that 2018 “is a surprise vintage because it plays in elegance and finesse.”

 

22 • 11 • 2022

Si è appena concluso Benvenuto Brunello 2022, confermato nella collocazione temporale di metà Novembre (quindi oltre un mese in anticipo rispetto all’uscita delle nuove annate) e quindi nei fatti un’anteprima piuttosto che una valutazione – seppur precoce – di vini già in commercio.

Un evento molto atteso e di cui hanno parlato – e stanno tuttora parlando – un po’ tutti gli addetti ai lavori in ambito vitivinicolo, a cui ho avuto il piacere di essere accreditato ed a cui ho partecipato (anche in questa occasione) con estremo piacere e curiosità.

IMPRESSIONI GENERALI SULL’EVENTO

Mi sembra doveroso iniziare con un plauso a coloro che si sono occupati dell’organizzazione e della gestione dell’evento (come sempre impeccabile) e ad un Consorzio che – senza voler apparire adulatori – è nei fatti il più coeso, attivo e considerato nel panorama vitivinicolo nazionale.

Anche perché se da oltre una settimana non c’è giornalista enologico, wine-blogger e testata di settore che non parli di Benvenuto Brunello e della vendemmia 2018 a Montalcino, qualche merito al Consorzio ed al suo lavoro non può che essere riconosciuto.

Unico (piccolo) neo il tempo molto limitato a disposizione per l’assaggio – quattro ore – che ha giocoforza obbligato il sottoscritto ad operare una preventiva scrematura all’interno del panel di assaggi, anche perché, anche eliminando preventivamente  Riserva, Rosso di Montalcino, Moscadello e Sant’Antimo, testare tutti i – se non ho fatto male i conti – 173 Brunello “annata” presenti in degustazione in questo lasso di tempo avrebbe significato una mirabolante media di un assaggio ogni 83 secondi, roba che neanche Flash Gordon e Usain Bolt messi insieme.

Scrematura che mi ha quindi impedito di provare aziende che conoscevo poco e che sarei stato curioso di “testare” ma che al tempo stesso mi ha permesso di sopravvivere alla sessione e tornare a casa con le mie gambe.

Oltre a ciò, una personale critica (reiterata anno dopo anno, visto che sta ormai diventando una spiacevole tendenza) ai produttori che scelgono di non partecipare all'evento, pur beneficiando inevitabilmente dell'esposizione mediatica e turistica che la manifestazione porta con sé. Anche perché – francamente – non se ne comprende il motivo, sia per quanto affermato in precedenza (ossia la presenza di un Consorzio che lavora per il bene del gruppo e non per il vantaggio dei singoli) sia in ragione del fatto che a Montalcino non mi risulta ci siano aziende (specie quelle che continuano a disertare l’evento, tutte di alto o altissimo livello), che subirebbero ripercussioni economiche "percepibili" qualora mettessero a disposizione 50 o 100 bottiglie per le varie sessioni di degustazione.

Qualcuno potrebbe obiettare che queste non partecipino poiché in disaccordo con la decisione di anticipare l’evento prima della messa in commercio delle annate, scelta commercialmente valida ma tecnicamente rischiosa, visto che espone inevitabilmente alla possibilità di avere vini da troppo poco tempo in bottiglia e quindi “meno stabili e prestanti”.

Se così fosse non ci sarebbe nulla da obiettare, a patto che le stesse aziende – coerentemente a tale decisione – evitassero di far assaggiare i propri vini prima dell’entrata in commercio, per disciplinare fissata al primo di Gennaio.

Coerenza che però non mi pare sia dimostrata nei fatti, sia per quanto riguarda gli assaggi privati organizzati per alcune guide di settore (specie straniere) che per quelli in concomitanza delle numerose visite con degustazione che le aziende si ritrovano a gestire in questi ultimi mesi dell’anno.

IMPRESSIONI SUL BRUNELLO 2018

Venendo alla mia personale valutazione dell’annata 2018, a cui il Consorzio assegnò quattro stelle (su cinque) al momento della vendemmia, che dire: naturalmente giovanissima, per certi aspetti ancora in fase embrionale e su cui – in ragione del fatto che parliamo pur sempre di un’anteprima, cosa che è bene ricordare sempre – è possibile fare niente più che previsioni, ipotesi che soltanto il tempo saprà confermare o smentire.

Qualcosa, però, si può già affermare con ragionevole certezza, a partire dal fatto che si tratta di un’annata pronta e di bella piacevolezza, sostanzialmente diversa dalle precedenti oltre che meno omogenea, soprattutto da quella che l’ha preceduta, ossia una 2017 in cui ricchezza, frutto maturo e tannini abbondanti (seppur generalmente fini ed integrati) erano i caratteri ridondanti nella quasi totalità degli assaggi.

In questa 2018, al contrario, ho generalmente trovato nasi aperti ed espressivi anche se non particolarmente complessi, e bocche agili e lineari nello sviluppo oltre che generalmente equilibrate e dai tannini già risolti anche se – quasi sempre – senza quella personalità e progressione che caratterizza il Brunello delle annate migliori.

Per quanto concerne le scelte dei produttori “ricavabili” dall’assaggio, la maggioranza tra quelli presenti in degustazione ha – giocoforza – assecondato l'annata (generalmente con i risultati sopra descritti), gli altri – probabilmente assumendosi maggiori rischi – hanno cercato di estrarne un'interpretazione più "classica", giocata su profili leggermente più profondi e maturi e sul continuo contrappunto tra acidità e tannino, in alcuni casi con risultati eccellenti, quelli che nella sostanza ho finito per preferire.

Riguardo al potenziale evolutivo dell’annata preferisco non sbilanciarmi appieno, perché è di certo vero che da un lato strutture agili e vini generalmente pronti farebbero pensare a capacità abbastanza limitate di tenuta e soprattutto evoluzione del tempo, ma dall’altro di esempi in cui annate che un po’ tutti ritenevano da lunga o lunghissima gittata (come ad esempio la 2007 ) hanno mostrato presto il “fiato corto”, al contrario di annata nate “piccole” ma poi rivelatesi autentici maratoneti, ce ne sono diversi qui a Montalcino.

Venendo al dettaglio degli assaggi e delle aziende, sempre a livello personale segnalo alcune conferme rispetto alle ultime annate (Uccelliera, Giodo, Sanlorenzo, Tiezzi), altre che in passato non mi avevano colpito ma che quest'anno mi hanno fatto decisamente ricredere (Canalicchio di Sopra, Mastrojanni), una new-entry subito al vertice (Gorelli) ed infine alcune che ho invece trovato abbastanza sottotono (Poggio di Sotto, Altesino, Lisini), non saprei se per difetto di bottiglia, per il momentaneo passaggio attraverso una fase di assestamento o per altri motivi.

Riserva 2017 non valutabile, soprattutto in considerazione del ridotto numero di aziende che hanno scelto di imbottigliarla, ma comunque, con alcune versioni più che apprezzabili (Sesti e Capanna su tutte).

PICCOLA CONSIDERAZIONE FINALE

Prima del dettaglio con la mia top-ten (più un bonus track) della manifestazione, chiudo con una piccola chiosa a voti e valutazioni che si sono generalmente letti online in questa settimana in conseguenza degli assaggi di Benvenuto Brunello.

A tal proposito comprendo tutto, comprendo che i produttori ilcinesi siano anno dopo anno sempre più bravi e capaci nel gestire ogni tipo di situazione “al contorno”, comprendo che ogni valutatore abbia un suo metro di giudizio ed una sua taratura, comprendo che al giorno d’oggi – in un mondo di 100 e lode, 110 con bacio accademico e chi più ne ha più ne metta – dare meno di 95 punti ad un Brunello, specie se costoso, equivale nella mente di produttori ed acquirenti a bocciarlo.

Ma se dopo aver descritto e raccontato l'annata come media – ed in alcuni casi che non condivido anche meno che media – si fanno descrizioni sperticate, oltre che si assegnano valutazioni altissime, financo che iperboliche, ad uno sterminato numero di etichette si finisce per passare da incoerenti, oltre che fuorviare i lettori.

LA MIA TOP TEN

6) Ciacci Piccolomini d’Aragona Pianrosso (93/100)

Granato/aranciato, mediamente intenso, denso, dimostra qualche anno di più di quelli che effettivamente ha. Naso austero, elegante e profondo, forse meno coerente di altri ma tra i pochi che mi riporta al profilo canonico del Brunello delle “annate buone”, caratterizzato da note di tabacco, terra bagnata, cipria, eucalipto oltre che da un leggero sottofondo ferroso/minerale. Bocca ricca, coerente, elegante e cesellata, oltre che ben equilibrata in tutte le sue componenti. Persistenza molto buona, finale un filo in calando, senza la progressione che mi sarei aspettato considerate le premesse, aspetto che finisce per limitarne parzialmente il giudizio. Nonostante ciò, resta comunque un Brunello di livello.

03 • 11 • 2022
Montalcino news

Un’annata classica, territoriale, che ricorda gli anni Novanta, con un grande potenziale di invecchiamento e al tempo stesso già piacevole da bere subito. Così il wine critic Luca Gardini giudica il Brunello di Montalcino 2018, che uscirà sui mercati di tutto il mondo il prossimo febbraio e sarà degustato in anteprima a Benvenuto Brunello, in programma dall’11 al 21 novembre a Montalcino e, il 17 novembre, in contemporanea a Londra, New York, Los Angeles e Toronto. “La 2018 è un’annata di grande finezza, delicatezza ed eleganza”, scrive Gardini nel suo report su Gardininotes.com, che include 60 recensioni partendo da 98 punti. Vini con tannini raffinati e ben integrati, già piacevoli da bere immediatamente, ma “con grandi caratteristiche di longevità – continua Gardini – il Sangiovese che si è rivelato molto territoriale, capace di mostrare tutta la sua complessità. L’annata potrebbe ricordare gli anni Novanta o la 2008. È stata un’annata importante per chi ha osato e rischiato portando le uve a piena maturità e sacrificando alcuni grappoli”.

Focus: i migliori assaggi di Brunello 2018 secondo Luca Gardini

98 punti

Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2018 di Altesino
Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2018 di Argiano
Brunello di Montalcino 2018 di Capanna
Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2018 di Casanova di Neri
Brunello di Montalcino 2018 de Le Potazzine

97+

Brunello di Montalcino 2018 di Castiglion del Bosco
Brunello di Montalcino Vigna di Pianrosso 2018 di Ciacci Piccolomini d’Aragona
Brunello di Montalcino 2018 di Fuligni
Brunello di Montalcino 2018 di Giodo
Brunello di Montalcino 2018 de Il Poggione
Brunello di Montalcino Podernovi 2018 di San Polo

97 punti

Brunello di Montalcino Vigna Marrucheto 2018 di Banfi
Brunello di Montalcino Colombaio 2018 di Cava d’Onice
Brunello di Montalcino La Mannella 2018 di Cortonesi
Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2018 de Il Marroneto
Brunello di Montalcino Pelagrilli 2018 di Siro Pacenti
Brunello di Montalcino 2018 di Talenti
Brunello di Montalcino Vigna Colombaiolo 2018 di Tassi
Brunello di Montalcino Ugolforte 2018 di Tenuta San Giorgio

96+

Brunello di Montalcino 2018 di Canalicchio di Sopra
Brunello di Montalcino La Casaccia 2018 di Canalicchio di Sopra
Brunello di Montalcino 2018 di Casanova di Neri
Brunello di Montalcino 2018 de Le Chiuse
Brunello di Montalcino 2018 di Mastrojanni
Brunello di Montalcino 2018 di Ridolfi
Brunello di Montalcino 2018 di Tassi
Brunello di Montalcino 2018 di Tenuta Luce (Frescobaldi)

96 punti

Brunello di Montalcino 2018 di Altesino
Brunello di Montalcino 2018 di Argiano
Brunello di Montalcino Campo del Drago 2018 di Castiglion del Bosco
Brunello di Montalcino 2018 di Ciacci Piccolomini d’Aragona
Brunello di Montalcino Poggiarelli 2018 di Cortonesi
Brunello di Montalcino 2018 di Gorelli
Brunello di Montalcino 2018 de Il Marroneto
Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2018 di Mastrojanni
Brunello di Montalcino Le Lucére 2018 di San Filippo
Brunello di Montalcino 2018 di San Lorenzo
Brunello di Montalcino 2018 di San Polo

95+

Brunello di Montalcino 2018 di Col d’Orcia
Brunello di Montalcino 2018 di Poggio di Sotto
Brunello di Montalcino 2018 di San Guglielmo
Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2018 di Siro Pacenti
Brunello di Montalcino 2018 di Tenuta di Sesta

95 punti

Brunello di Montalcino Poggio alle Mura 2018 di Banfi
Brunello di Montalcino 2018 di Fattoria dei Barbi
Brunello di Montalcino 2018 di Lisini
Brunello di Montalcino 2018 di Pian delle Vigne (Antinori)
Brunello di Montalcino Vigna Soccorso 2018 di Tiezzi

94+

Brunello di Montalcino 2018 di Beatesca
Brunello di Montalcino La Pieve 2018 de La Gerla
Brunello di Montalcino 2018 di Podere Scopetone
Brunello di Montalcino Chiuso del Lupo 2018 di Poggio Landi
Brunello di Montalcino Sorgente 2018 di Salicutti

94 punti

Brunello di Montalcino Paesaggio Inatteso 2018 di Camigliano
Brunello di Montalcino Vigna La Casa 2018 di Caparzo
Brunello di Montalcino 2018 di Collemattoni
Brunello di Montalcino 2018 di Franco Pacenti
Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2018 di Mastrojanni
Brunello di Montalcino 2018 di Roberto Cipresso
Brunello di Montalcino Greppone Mazzi 2018 di Ruffino

24 • 10 • 2022
Montalcino news

Tra i partecipanti alla Val d’Orcia Gravel c’era anche uno dei nomi importanti del mondo del ciclismo. Parliamo di Daniele Bennati, Ct della Nazionale, ex professionista (ha vinto tappe al Tour de France al Giro d’Italia e alla Vuelta) ed estimatore del nostro territorio grazie soprattutto al bellissimo rapporto di amicizia che lo lega da anni con Paolo Bianchini, proprietario con la sorella Lucia di una delle più prestigiose griffe di Brunello, Ciacci Piccolomini d’Aragona. Bennati, originario di Arezzo, sta facendo un ottimo lavoro come Ct e nonostante gli impegni non ha voluto mancare alla prima edizione della Val d’Orcia Gravel, (Montalcino è stato il cuore dell’evento) che è stata un successo con i suoi 300 partecipanti, sponsor importanti che hanno creduto al progetto e tanta visibilità per la zona della Valdorcia.
Bennati ha completato il percorso di 73 km e la sera ha cenato insieme all’amico Bianchini di ritorno da impegni di lavoro negli States, parlando volentieri con la nostra redazione. “A Montalcino ho tanti amici, Paolo Bianchini in primis - spiega Bennati alla MontalcinoNews - per cui vengo sempre con piacere. Il mio rapporto con il Brunello di Montalcino? Un calice anche oggi me lo sono concesso! Mi piace sempre informarmi è un campo che mi affascina poi l’amicizia che mi lega a Paolo Bianchini mi ha fatto appassionare ancora di più a questo mondo”. E infine riusciamo anche a “strappare” una promessa: la prossima vittoria della Nazionale ha già il suo brindisi prenotato…”Festeggiare con il Brunello? Assolutamente sì!”.
Come ci dice Paolo Bianchini, “Daniele è un amico di vecchia data. A cena abbiamo festeggiato il risultato della Nazionale al Mondiale, un peccato per la medaglia mancata di un pelo ma la prestazione è stata ottima. Ci vediamo e sentiamo spesso, mi ha detto che è stato contento e piacevolmente impressionato dalla Val d’Orcia Gravel che secondo me è nata bene e potrà migliorare ulteriormente. Devo dire che il territorio sta crescendo molto, le realtà del vino a Montalcino hanno raggiunto risultati notevoli e questo fa bene anche da un punto di vista di un turismo di qualità”.
A pedalare con Bennati c’era anche Franco Rossi, presidente di Eroica Italia (la Val d’Orcia Gravel tocca anche dei tratti di strade “eroiche”), che con il Ct ha parlato ovviamente di ciclismo. “Abbiamo scambiato qualche parola sul ciclismo del futuro, di valori legati al benessere e il territorio che vanno anche oltre allo sport e che Eroica promuove da tempo. Per il 2023 avremo novità, la “Coppa Meneghelli” (Siena-Montalcino è il percorso ndr) diventerà internazionale”.
Una bella domenica di sport quella che ha abbracciato Montalcino e la Valdorcia. Mauro Pieri della Orso on Bike, associazione in prima fila nell’organizzazione dell’evento ci dice che la prima edizione della Val d’Orcia Gravel ha ricevuto “tantissimi complimenti, in particolare per tracciato e ristori. Un grande ringraziamento va a tutti i volontari che come sempre ci aiutano”.

22 • 08 • 2022
Montalcino news

La prima edizione della “Valdorcia Gravel”, sarà un vero e proprio festival non soltanto del mondo delle bici, ma arricchito da numerosi eventi collaterali, originali iniziative, tanto divertimento con la migliore enogastronomia della zona come preannunciato anche dal nome
dato ai tre percorsi: “Frugale”, “Saporito” e “Goloso”. Il giorno precedente la corsa, sabato 22 ottobre, si aprirà con il trekking mattutino di circa 10 km che permetterà ai partecipanti di scoprire l’Abbazia di Sant’Antimo e visitare le prestigiose cantine di Ciacci Piccolomini d’Aragona. In contemporanea sarà organizzato un tour tra le vigne, destinato esclusivamente alle ebike, di circa 35 km, con soste nei punti panoramici con visita e degustazione alle cantine Banfi, produttore leader del territorio.
Dopo l’apertura del villaggio espositivo, nel primo pomeriggio ecco una nuova escursione (di 20 km circa) aperta non solo alle gravel, ma anche alle mountain bike ed ebike: lungo il tracciato altra visita ad una delle cantine più rinomate, quella dell’azienda Caprili.
Non mancheranno momenti di divertimento con la musica di Nikki Dj che dalla sua Fiat 500 Vintage allieterà le ore pomeridiane, durante il ritiro dei pacchi gara, sotto i loggiati di piazza del Popolo, mentre la partenza delle escursioni sarà dal villaggio espositivo.
Questa sarà l’ultima settimana dove gli iscritti potranno usufruire dell’esclusiva maglia dell’evento a prezzo scontato, da settembre non sarà più possibile averla. La giornata di domenica 23 ottobre prevede alle ore 8 lo start del percorso “Goloso” (118 km) con partenza unica. Dalle ore 9 alle ore 9.30 partenza alla francese dei percorsi “Frugale” 37 km e “Saporito” di 74 km. I primi ciclisti arriveranno in Piazza del Popolo alle ore 11.30 circa.

Info: www.valdorciagravel.it

18 • 08 • 2022
Montalcino news

Buone impressioni - complici anche le piogge di questi ultimi giorni - un piccolo calo della quantità, buona qualità e un leggero anticipo dell’inizio della vendemmia, che però potrebbe “annullarsi” se il clima dovesse rimanere fresco in queste ultime settimane. È positivo il sentiment per la raccolta 2022 a Montalcino. Un’altra bella annata, quella che arriverà sul mercato nel 2027. “L’uva sta bene. Sono un po’ in sofferenza i vigneti più giovani mentre quelli più vecchi stanno rispondendo benissimo. E i 4 millimetri di pioggia caduti adesso sono perfetti – racconta Paolo Bianchini di Ciacci Piccolomini d’Aragona – se ci sarà un anticipo della vendemmia? Penso di sì, ma se continua a piovere potremo allungare l’inizio della raccolta e andrebbe tutto a nostro vantaggio. Faremo un controllo dei vitigni nazionali la settimana prossima e cominceremo a inizio settembre, mentre per il Sangiovese penso che si andrà a metà settembre. Sono abbastanza fiducioso e ottimista, credo che la 2022 ci regalerà sorprese positive”.

“La siccità c’è stata, ma non in maniera così tragica, anche perché abbiamo vigne tutte sopra i 25 anni - spiega Elia Loia dell’azienda agricola Palazzo - l’invaiatura ha avuto un processo ottimale, grazie anche ai 20 minuti di pioggia di 3-4 settimane fa, in tarda serata, con l’acqua interamente assorbita dal terreno. Di certo anticiperemo la vendemmia, perché l’andamento climatico ha velocizzato tutto il ciclo della vite. Di solito decade a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre, quest’anno cominceremo intorno al 15-20 settembre. A meno che il clima di questi giorni permanga e le temperature più basse rallentino il ciclo della pianta. La quantità? Abbiamo avuto una fioritura ottima, senza stress idrico. I grappoli sono un po’ spargoli. O facciamo pari, sui 70-75 quintali ad ettaro, o un 5% in meno”.

“Si sta iniziando adesso con la vendemmia di uve bianche, la situazione è buona perché le piogge nelle ultime due settimane hanno un po’ mitigato gli effetti della siccità estiva”, ci dice Enrico Viglierchio di Banfi. “Al momento attuale tra le uve si prospettano molto sane, con una produzione equilibrata. Se il tempo ci dà una mano ci sono tuti i presupposti per un’ottima vendemia. Dagli ultimi giri i grappoli si presentano spargoli, ben distribuiti. Incrociamo le dita e guardiamo la testa per aria. A Montalcino siamo stati fortunati perché non si sono verificati fenomeni come la grandine. Il Sangiovese? Prevedo di iniziare tra la seconda e la terza settimana di settembre per poi continuare fino ai primi di ottobre. È un po’ anticipata, ma non di così tanto. Dipenderà molto anche dall’evoluzione del tempo nelle prossime settimane”.

“Le piogge di questi giorni ci stanno aiutando, il clima si sta rinfrescando e non sarà una cattiva annata – sottolinea Gianni Maccari di Ridolfi - noi nella zona nord/nord-est abbiamo sofferto un po’ la siccità, ci sarà meno uva ma avremo una bella vendemmia. I tempi? Inizieremo non più di una settimana prima del solito, ma se permarrà questo clima arriveremo alle solite date, ovvero intorno al 20 settembre”.

09 • 06 • 2022
Montalcino news

Raccontare l’identità del Rosso di Montalcino, dando vita ad un nuovo percorso di crescita di questo sangiovese dalle grandi potenzialità, reinventando il territorio di Montalcino in una chiave contemporanea ed aprendosi anche a pubblici più giovani in una nuova esegesi per questo amato borgo toscano. È l’obiettivo della prima edizione di “Red Montalcino”, kermesse interamente dedicata al Rosso di Montalcino che si terrà l’11 giugno a Montalcino, tra il Teatro degli Astrusi, che ospiterà una tavola rotonda a partire dalle ore 11.30, la Fortezza, dove si terrà la cena in collaborazione con Food for Soul (ente no profit fondato dallo Chef Massimo Bottura e Lara Gilmore), e il Chiostro di Sant’Agostino, dove sono in programma due masterclass - una condotta da Luca Gardini (“10 Anni di Rosso di Montalcino, dal 2020 al 2010”, ore 10-11) e una condotta da Francesco Saverio Russo (“Le selezioni di Rosso di Montalcino come viatico per la valorizzazione dell’Identità Territoriale”, ore 15-16) - e soprattutto il walk around tasting, le degustazioni di Rosso di Montalcino alla presenza di ben 74 cantine di Montalcino. L’ingresso al teatro è libero, la cena in Fortezza è a invito mentre per le degustazioni a Sant’Agostino si può comprare il biglietto qui.

Focus: le cantine presenti a Red Montalcino

Argiano
Armilla
L’Aietta
Banfi
Beatesca
Bellaria
Camigliano
Canalicchio di Sopra
Capanna
Caparzo
Caprili
Casanova di Neri
Casisano
Castello Tricerchi
Castiglion del Bosco
Centolani
Cerbaia
Ciacci Piccolomini d’Aragona
Col di Lamo
Col d’Orcia
Collemattoni
Corte dei Venti
Cortonesi
Donatella Cinelli Colombini
Fattoi
Fattoria dei Barbi
Fattoria del Pino
Fattoria La Lecciaia
Fossacolle
Franco Pacenti
Gorelli
Il Marroneto
Il Paradiso di Frassina
Il Poggione
Il Valentiano
La Colombina
La Fornace
La Fortuna
La Gerla
La Magia
Lambardi
Le Chiuse
Lisini
Madonna Nera
Marchesi Antinori
Marchesi Frescobaldi
Mastrojanni
Palazzo
Patrizia Cencioni
Piancornello
Pietroso
Piombaia
Podere Giardino
Poggio di Sotto
Quercecchio
Ridolfi
Roberto Cipresso
Rossi Alessandro
San Guglielmo
San Polo
Sanlorenzo
SassodiSole
Sesta di Sopra
Talenti
Tenuta Buon Tempo
Tenuta Fanti
Tenuta San Giorgio
Terre Nere
Tiezzi
Uccelliera
Val di Suga
Ventolaio
Villa I Cipressi
Voliero

25 • 02 • 2022
Montalcino news

Una proposta che ha già ricevuto tanti consensi e dedicata ad un uomo che ha fatto molto per lo sport e tutta Montalcino. Il direttivo dell’Asd Montalcino ha deciso di promuovere una raccolta firme che verrà sottoposta alla Giunta comunale per poter intitolare l’impianto sportivo di Montalcino (l’attuale “Soccorso Saloni”) a Giuseppe Bianchini. La petizione inizierà il primo marzo e terminerà nei giorni della festa di Primavera, che quest’anno dovrebbe tornare dopo due anni di stop forzati a causa della pandemia. Bianchini è stato il presidente d’oro dei colori biancoverdi. Grazie alla sua guida la squadra ha raggiunto risultati mai visti sfiorando la categoria dei Dilettanti e facendo diventare il calcio un fiore all’occhiello del territorio. Uomo di sport, il suo primo amore è stato il ciclismo che ha trasmesso ai figli Paolo e Lucia così come la passione e il sacrificio per le cose fatte bene, valori che si trovano nella gestione della griffe Ciacci Piccolomini d’Aragona una delle più importanti e prestigiose realtà del Brunello.

Bianchini è stato presidente dell’Unione Sportiva Montalcino dal 1990 al 2004, la più lunga presidenza nella storia del club. Quando decise di assumere il timone della società, incoraggiato dall’allora sindaco Ferretti e da Giancarlo Pieri, il Montalcino era fuori dai radar del grande calcio dilettantistico. Ma i risultati sono arrivati subito insieme a una gestione fatta di condivisione, con la costruzione di un team affiatato, competente e in grado di coinvolgere la comunità di Montalcino. Nel 1996 fu centrata la promozione in Prima Categoria e nacque la Festa di Primavera, uno degli eventi più riusciti del territorio, occasione di riflessione, dialogo e buona cucina. Nel 1999 il passaggio in Promozione e nel 2003 in Eccellenza. I più bravi giocatori della zona hanno indossato e onorato la maglia biancoverde e quelle squadre erano davvero uno spettacolo per il pubblico sulle gradinate. Come ha spiegato la società guidata dal presidente Bernardo Losappio, “Giuseppe Bianchini riuscì a raggiungere non solo successi di squadra, ma a creare una vera e propria “era Bianchini” in cui con la sua simpatia e operosità aveva creato un tutt’uno tra paese, squadra, simpatizzanti e collaboratori”.

Nel 1999 i successi di squadra spinsero l’allora amministrazione comunale con il sindaco Massimo Ferretti e l’assessore allo sport Franco Pazzaglia all’ampliamento del terreno di gioco così come è oggi per portarlo alle dimensioni regolamentari richieste per la partecipazione ai massimi campionati regionali, con adeguamento anche degli spogliatoi. Un’opera fondamentale il cui contributo di Bianchini fu decisivo.

Il presidente Bernardo Losappio ha Montalcinonews.com ha spiegato che questa proposta “è una cosa bella e doverosa, la famiglia Bianchini se la merita. Ho conosciuto personalmente “Beppe” e ne ho un ricordo meraviglioso. Non è stato solo un grande presidente perché quello che ha fatto per Montalcino è sotto gli occhi di tutti. Bianchini è uno dei pionieri del Brunello, un uomo che ha fatto del bene al territorio”.

“Come famiglia siamo molto felici di questa proposta - commenta a Montalcinonews.com Paolo Bianchini - è il giusto merito per il babbo che ha fatto conoscere il calcio montalcinese ai piani alti del calcio dilettantistico e non solo. Lui ci ha sempre messo anima e corpo ed era tanto affezionato alla squadra come a Montalcino. Aveva creato un team di persone speciali, tanti calciatori importanti hanno indossato questa maglia e la società era diventata un punto di riferimento calcistico per le sue idee ed il modo di operare”.

La notizia ha subito trovato la condivisione di tante persone che hanno conosciuto e voluto bene a Bianchini. Martedì prossimo sapremo le modalità per la raccolta delle firme e chissà che tra qualche mese (ci sono anche le elezioni comunali di mezzo e quindi non è escluso che i tempi possano allungarsi) l’impianto sportivo possa essere dedicato al presidente che ha fatto la storia dei colori biancoverdi.