2023 proved to be an amazing year for Italian wines: it was incredibly hard to choose only 100, but here are the best of the best.
2023 proved to be an amazing year for Italian wines. The aristocratic 2019 Barolos were released and were a throwback to the days of yore, showcasing austere, classic wines with serious aging potential while the delicious 2020 Barbarescos showed great fruit and almost immediate appeal. My anteprima tasting of the fantastic 2019 Brunellos, to be released in early 2020, offered up many extraordinary wines that show class and energy.
I also tried many other exemplary wines from across the boot and the islands, including stunning whites from Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Sicily, Sardinia and Orvieto in Umbria as well excellent reds from up and down the Peninsula, with a shout out to two wonderful 2020 offerings from Bolgheri. Sparkling wines are also thriving in Italy, especially Metodo Classicos in Alta Langa, Franciacorta and Sicily as well as an unrivaled Valdobbiadene Prosecco Superiore. One lovely Etna Rosato also made the cut as did two delicious dessert wines.
With so many amazing wines it was incredibly hard to choose only 100, but here are the best of the best.
Enjoy!
#1 of 2023
100 Comm. G.B. Burlotto 2019 Monvigliero Barolo
#2 of 2023
100 Monteraponi 2019 Chianti Classico Gran Selezione
#3 of 2023
100 Ciacci Piccolomini d’Aragona 2019 Pianrosso Brunello di Montalcino
Boasting great depth and extreme elegance, the drop-dead gorgeous Ciacci Piccolomini Pianrosso delivers crushed raspberry, succulent Morello cherry, star anise and crushed mint flavors while aromas of eucalyptus, wild rose, new leather and forest floor continuously lift out of the glass. It’s a smooth, stunning wine, with taut, fine-grained tannins and fresh acidity that lend great aging potential and energy. Absolutely stunning. Drink 2029–2044. Abv: 15% Kerin O’Keefe September 2023 ©kerinokeefe.com
#4 of 2023
100 Conti Costanti 2019 Brunello di Montalcino
#5 of 2023
100 Figli Luigi Oddero 2016 Vignarionda Barolo
#6 of 2023
100 L’Aietta 2019 Alberelli Brunello di Montalcino
#7 of 2023
100 Paolo Scavino 2019 Bric del Fiasc Barolo
#8 of 2023
100 Le Chiuse 2019 Brunello di Montalcino
#9 of 2023
99 Gianni Brunelli 2019 Brunello di Montalcino
#10 of 2023
99 Giuseppe Cortese 2016 Rabajà Riserva Barbaresco
Il Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2019 de Le Ragnaie e il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2019 de Il Marroneto al vertice con 99 punti, a sfiorare la perfezione, e tre etichette, il Brunello di Montalcino 2019 di Poggio di Sotto, il Brunello di Montalcino 2019 di Giodo e il Brunello di Montalcino Teatro 2019 di Salicutti, a contendersi il terzo gradino del podio (98+). E poi ancora, a 98 punti, il Brunello di Montalcino Passo del Lume Spento 2019 de Le Ragnaie, il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Canalicchio di Sopra, il Brunello di Montalcino Filo di Seta 2019 di Castello Romitorio e il Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 di Casanova di Neri. Seguono, a 97+, il Brunello di Montalcino Pianrosso 2019 di Ciacci Piccolomini d’Aragona, il Brunello di Montalcino Sugarille 2019 di Pieve Santa Restituta e il Brunello di Montalcino Riserva 2018 di Poggio di Sotto e, a 97 punti, il Brunello di Montalcino Filare 25 2019 e il Brunello di Montalcino Giuseppe Tassi 2019 di Tassi, il Brunello di Montalcino Casanovina Montosoli 2019 de Le Ragnaie, il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Altesino, il Brunello di Montalcino 2019 di Gianni Brunelli - Le Chiuse di Sotto, il Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2019 di Mastrojanni, il Brunello di Montalcino 2019 de Il Marroneto, il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2019 di Casanova di Neri, il Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2019 di Argiano, il Brunello di Montalcino La Casaccia 2019 di Canalicchio di Sopra, il Brunello di Montalcino Piaggione 2019 di Salicutti e il Brunello di Montalcino Rennina 2019 di Pieve Santa Restituta. Sono i primi assaggi top (ne seguiranno altri nelle prossime settimane) dell’annata 2019 di Brunello di Montalcino, secondo Monica Larner, firma italiana di “Robert Parker Wine Advocate” e tra le più profonde conoscitrici e narratrici del vino italiano nel mondo. Che ha assaggiato di recente 178 vini di Montalcino, tra cui anche il Brunello Riserva 2018, il Rosso di Montalcino 2021 e qualche Igt Toscana, per poi dedicare un report all’annata 2019, che “si avvicina alla 2016”, anche se quest’ultima “rimane superiore in termini di eleganza e longevità”.
Cosa ha colpito di più Monica Larner del Brunello 2019 “è quello che percepisco come un possibile inizio di una nuova identità”. “È troppo presto per chiamarla “new wave” o “nouvelle vague” - sottolinea - ma i cinefili potrebbero riconoscere alcuni modelli, un desiderio di sperimentazione e uno spirito di iconoclastia che possono essere paragonati al movimento cinematografico francese della fine degli Anni Cinquanta, guidato da Jean-Luc Godard, Agnès Varda e François Truffaut. Mi riferisco ad un gruppo sempre più affiatato di vignaioli artigiani come Il Marroneto, Le Chiuse, Le Ragnaie, Pian dell’Orino, Poggio di Sotto, Salicutti e Stella di Campalto, che stanno indipendentemente ma simultaneamente spingendo l’asticella verso l’alto. Il loro lavoro si basa su classici senza tempo creati da Biondi-Santi, Cerbaiona, Soldera e Salvioni. Prendo in prestito dalla lingua francese un altro termine: direi che questo gruppo sta dimostrando una chiara “raison d’être” (ragione d’essere, ndr). Si muovono con assoluta fiducia nella produzione di vino per abbracciare il lato “borgognone” o “baroleggiante” del Sangiovese che cattura sapori vibranti, luce ed energia. Sono cristallini nei loro metodi e nei loro messaggi. Esistono per perseguire l’eleganza del Sangiovese e la bellezza di Montalcino”.
“I Brunello di Montalcino 2019 sono una forza di ottimismo e di unificazione - prosegue Monica Larner - in realtà ho sentito uno spirito di comunità attorno a questi vini e un senso più chiaro di finalità che mi era sfuggito nelle annate precedenti”. “Montalcino, grazie a questa “Nouvelle Vague” - conclude la firma di “Robert Parker Wine Advocate” - sta emergendo come un territorio del vino ancora più complesso, affidabile e illuminato”.
“L’annata 2019 è da considerarsi senza dubbio come una delle migliori mai prodotte, persino migliore della 2016. Riesce a riassumere quanto di meglio offerto dalle annate più favorevoli del territorio di Montalcino, con ricordi di acidità tipici degli anni Ottanta”. Non ha dubbi Luca Gardini, uno dei più influenti wine critic a livello internazionale, nel giudicare il Brunello di Montalcino 2019, che uscirà sui mercati di tutto il mondo nel 2024 e sarà degustato in anteprima a Benvenuto Brunello. “La vendemmia 2019 può essere definita eccezionale per la straordinaria qualità dei prodotti ottenuti”, scrive Gardini, oggi alla regia della Guida dei Vini de L’Espresso, nel suo report su Gardininotes.com. Dove sono addirittura 12 i Brunello di Montalcino a raggiungere la perfezione dei 100/100, con sei etichette - Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2019 di Argiano, Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 e Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2019 di Casanova di Neri, Brunello di Montalcino 2019 e Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2019 de Il Marroneto e Brunello di Montalcino 2019 de Le Potazzine - che strappano anche il massimo riconoscimento, il “110 cum laude”, che va a quelle bottiglie capaci di assommare tutte le caratteristiche che contribuiscono a fare un vino inimitabile, un fuoriclasse, un capolavoro del panorama enoico. Nella top 100 dedicata alla Dogc di Montalcino i vini fino ai 95 punti, secondo Gardini, hanno un potenziale d’invecchiamento di oltre 15 anni, mentre le etichette sotto i 95 punti possono aspettare 10-15 anni prima di essere bevute.
“La vendemmia 2019 può essere definita eccezionale, per la straordinaria qualità dei prodotti ottenuti - scrive il wine critic - il clima è stato estremamente costante, con la prima metà dell’anno piuttosto rigida e umida, le piogge primaverili hanno consentito la creazione di importanti riserve idriche nel terreno, adatte ad affrontare un’estate moderatamente calda, senza particolari picchi di calore prolungati nel tempo e caratterizzato da precipitazioni ridotte. Il mese di settembre ha visto temperature miti e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte, che hanno consentito la perfetta maturazione fenolica delle uve. Ogni fase della fase vegetativa della vite ha fornito alla pianta ciò di cui aveva bisogno: umidità, fresco, luce, calore, sbalzo termico e ventilazione, arrivando al momento della raccolta con uve succose e ricche di tannini. I vini prodotti da queste uve eccezionali hanno mostrato dati analitici equilibrati durante le fasi iniziali della vinificazione, con un valore di picco sia per gli antociani che per i polifenoli”.
Focus: i Brunello 2019 top secondo Luca Gardini
110 cum laude
Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2019 di Argiano
Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 di Casanova di Neri
Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2019 di Casanova di Neri
Brunello di Montalcino 2019 de Il Marroneto
Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2019 de Il Marroneto
Brunello di Montalcino 2019 de Le Potazzine
100/100
Brunello di Montalcino Vigna Marruccheto 2019 di Banfi
Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Canalicchio di Sopra
Brunello di Montalcino Colombaio 2019 di Cava d’Onice
Brunello di Montalcino Pianrosso 2019 di Ciacci Piccolomini d’Aragona
Brunello di Montalcino 2019 di Fuligni
Brunello di Montalcino 2019 di Giodo
99+
Brunello di Montalcino Vigna Poggiarelli 2019 di Cortonesi
99 punti
Brunello di Montalcino 2019 de Le Chiuse
Brunello di Montalcino 2019 di Capanna
Brunello di Montalcino 2019 de Il Poggione
98+
Brunello di Montalcino Poggio alle Mura 2019 di Banfi
Brunello di Montalcino 2019 di Belpoggio
Brunello di Montalcino Sensis 2019 di Cava d’Onice
Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2019 di Mastrojanni
Brunello di Montalcino 2019 di Ridolfi
Brunello di Montalcino 2019 di Sanlorenzo
Brunello di Montalcino Giuseppe Tassi 2019 di Tassi
98 punti
Brunello di Montalcino 2019 di Argiano
Brunello di Montalcino Vigna La Casaccia 2019 di Canalicchio di Sopra
Brunello di Montalcino Vigna del Fiore 2019 di Fattoria dei Barbi
Brunello di Montalcino 2019 di Gorelli
Brunello di Montalcino 2019 di Poggio di Sotto
Brunello di Montalcino Ugolforte 2019 di San Giorgio
Brunello di Montalcino 2019 di Talenti
97+
Brunello di Montalcino 2019 di Casanova di Neri
Brunello di Montalcino 2019 di Ciacci Piccolomini d’Aragona
Brunello di Montalcino 2019 di Col d’Orcia
Brunello di Montalcino La Mannella 2019 di Cortonesi
97 punti
Brunello di Montalcino 2019 di Canalicchio di Sopra
Brunello di Montalcino 2019 di Castelgiocondo (Frescobaldi)
Brunello di Montalcino 2019 di Castello Romitorio
Brunello di Montalcino 2019 di Fattoria dei Barbi
Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2019 di Mastrojanni
Brunello di Montalcino 2019 di San Guglielmo
Brunello di Montalcino 2019 di Sassetti – Livio Pertimali
Brunello di Montalcino Vigna Colombaiolo 2019 di Tassi
A riveting, age-worthy Brunello with class, energy and longevity.
On the 30th of August, Ciacci Piccolomini d’Aragona held its first vertical of the firm’s iconic Brunello di Montalcino Pianrosso exclusively for kerinokeefe.com, from 1993 to the soon-to-be-released 2019. It was a moving, memorable tasting and showed the dedication of the Bianchini family and the great vocation of the village of Castelnuovo dell’Abate.
I was extremely impressed by the wines. Despite the different vintages, including the last two decades of challenging years, the product of climate change, the estate’s classically crafted Brunellos all showed a family resemblance. They have body, structure and elegance that beautifully encapsulate the gentle hand of Paolo Bianchini and since 2015 also his son Alex, and their desire to produce terroir-driven Brunellos with personality, flair and finesse.
Read on to see how three decades of Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Monatalcino Pianrosso performed.
The Estate
Situated on the Southeastern slope of Montalcino near the medieval hamlet of Castelnuovo dell’Abate and the 11th century Abbey of Sant’Antimo, in one of the most beautiful corners of Montalcino, the Ciacci Piccolomini d’Aragona estate makes classically crafted, mesmerizing Brunellos.
The property extends over 220ha including nearly 60ha of vineyards, 43 of which are dedicated to Sangiovese. Set in an open valley among rolling vine-covered hills and olives groves, it also boasts a breathtaking view of Mont Amiata. Vineyards here benefit from the southwest exposures, constant breezes and a mild micro-climate.
Run by brother and sister team Paolo and Lucia Bianchini, the firm has long made some of my top scoring wines from the denomination. Paolo, who follows the vineyards and the cellars and Lucia, who runs the administrative side of the company, are joined by Paolo’s children Alex and Ester. Alex works with Paolo on the production side and in the vineyards while Ester is in charge of public relations and marketing.
The firm, which has been certified organic in the vineyards starting with the 2021 vintage, makes three Brunellos: the Annata, the single-vineyard Pianrosso and the Vigna di Pianrosso Riserva Santa Caterina d’Oro made exclusively in outstanding vintages. It also makes two Rosso di Montalcino, the Annata and Rossofonte, the denomination’s first single-vineyard Rosso di Montalcino. It also makes three Toscana IGTs.
Pianrosso
If the estate’s fantastic Brunello Annata or straight Brunello is its calling card, the consistently captivating Pianrosso is Ciacci Piccolomini d’Aragona’s most representative wine thanks to its great depth and concentration tempered by finesse. Paolo and Lucia’s late father Giuseppe, who inherited the estate in 1985 from the Countess Ciacci Piccolomini d’Aragona and had long been her estate manager, immediately realized the exceptional quality of the grapes from the Pianrosso vineyard. In 1990 he decided to vinify and bottle the site’s grapes apart, making it one of the first single-vineyard Brunellos in the denomination.
Located 240-360m above sea level, soils in the 11.69ha Pianrosso vineyard hail from the Eocene epoch and consist predominately of marls and some flaky schist with iron-rich red soils beneath.
Pianrosso is fermented in steel, with fermentation and maceration lasting on average 35 days. It’s then aged for three years in Slavonian casks, one year more than the straight Brunello, followed by at least eight months of bottle age before release. The results are a riveting, age-worthy Brunello with class, energy and longevity.
On average, the firm makes about 40,000 bottles of Brunello Pianrosso annually. To ensure only top quality, the firm didn’t make it in 2002, 2005, 2009, 2011 and 2014.
Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 1993 – 2019:
93 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 1993
Garnet with brick reflections, the thirty-year old Pianrosso has aged gracefully. It has classic aromas of aged Brunello, including forest floor, carob, tar, eucalyptus and flint. The palate is even more expressive, with dried cherry, tart pomegranate, orange zest, salty mineral and the same carob note as the nose. It has silky, buffed tannins and surprising freshness. Incredible for 30. Drink. Abv: 14% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
90 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 1995
Though younger, the 1995 Pianrosso appears older than the 1993, showing notes of marsala, tar, zabaglione, grilled herb and menthol before a salty finish. While at its limit and definitely time to drink, it’s still sound at age twenty-eight. Drink. Abv: 14% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
96 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 1996
The 1996 Pianrosso is radiant, with bright acidity that lifts dried cherry, hazelnut, flinty mineral, blood orange and tar notes. It’s also incredibly smooth, with polished tannins. Still youthful with years to go. A fabulous showing. Drink through 2031. Abv: 14% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
94 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 1997
Aromas of underbrush, dried cherry and flinty mineral carry over to the smooth, enveloping palate along with prune, dried mint and a dollop of vanilla. Burnished tannins provide supple support and it’s still surprisingly fresh. Drink. Abv: 14% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
97 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 1999
The 1999 Pianrosso is utterly delicious, boasting a backbone of velvety tannins that seamlessly support ripe Morello cherry, baking spice, licorice and tobacco. It’s elegant and well balanced with the complexity of an aged wine but it’s also vibrant, smooth and intense. A stellar showing from an excellent vintage. Drink through 2034. Abv: 14% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
92 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2000
From a hot vintage, this has aromas and flavors of leather, prune, dried cherry, tar and camphor. It’s rather evolved but still offers a few more years of drinking pleasure. Best through 2025. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
98 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2001
Showing much younger than the 2000, the 2001 Pianrosso is exceptionally fragrant, with enticing scents of baking spice, pressed rose petal, menthol and new leather. It’s also delicious, delivering dried cherry, licorice, tobacco and nutmeg wrapped up in smooth, tightly-woven tannins. Fresh acidity keeps it bright and balanced. Drink through 2036 Abv: 14% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
95 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2003
This was the surprise of the vertical. Nothing cooked or tired about this full-bodied beauty despite the scorching vintage that heralded the beginning of climate change. It’s velvety, enveloping and shockingly fresh, with sensations of ripe cherry, pipe tobacco, flint and forest floor as well as licorice, orange zest and hints of carob. Drink through 2028. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
95 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2004
The 2004 Pianrosso wows with aromas of baked plum, violet, pine forest and underbrush. Rich and juicy, the palate shows a restrained elegance, offering black cherry, carob, dried mint and saline mineral notes set against a backdrop of smooth but still taut tannins. Fresh acidity keeps lifted. Drink through 2029. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
95 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2006
Aromas of forest floor, star anise and camphor carry through to the full-bodied palate along with dried cherry, licorice and tobacco. Fresh acidity and tightly-woven, close-grained tannins provide firm support. Still taut and tense. Drink through 2031. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
92 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2007
From another extremely hot, dry vintage, this opens with aromas recalling Mediterranean scrub, crushed mint, red currant and prune. Full-bodied and concentrated, the palate features dried cherry, carob, licorice and the same prune note as the nose. It’s reached is peak and should be enjoyed soon to capture the balance of fruit, freshness and complexity. Drink. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
94 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2008
All about elegance, the 2008 Pianrosso is fragrant, with floral aromas of violet and pressed rose that mingle with new leather and camphor. On the full-bodied palate, refined tannins accompany dried cherry, blood orange, baking spice and licorice before a saline close. It’s already accessible but will age well for several years or more. Drink through 2033. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
95 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2010
This is just beautiful, with aromas of forest floor, violet and perfumed berry. On the full-bodied palate, enveloping, velvety tannins wrap around dried cherry, licorice, hazelnut and balsamic notes of menthol. Fresh acidity keeps it balanced. Drink through 2030. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
95 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2012
Aromas recalling red berry, forest floor, camphor and dog rose come to the forefront on the 2012 Pianrosso. Full-bodied and firm, the delicious, velvety palate shows spiced cranberry, blood orange and licorice before closing on a note of almond liqueur. Drink through 2032. Abv: 15% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
98 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2013
Showing great elegance and structure, the dazzling 2013 Pianrosso has aromas of violet, tilled earth, crushed berry, truffle and spice. Delicious and full-bodied, the palate features succulent black cherry, raspberry compote and tobacco before finishing on a soothing licorice note. Tightly woven, polished tannins and bright acidity keep it well balanced. It’s aging beautifully. Drink through 2033. Abv: 15% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
98 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2015
The compelling 2015 Pianrosso opens with classic aromas of new leather, underbrush, baking spice and mint. On the full-bodied, elegantly structured palate, enveloping, velvety tannins accompany dried cherry, raspberry compote, spiced cranberry, truffle and vanilla before a pipe tobacco close. Fresh acidity provides excellent balance. What a beauty. Drink 2025–2038.
98 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2016
Delicious, full-bodied and boasting a weightless finesse, the 2016 Pianrosso is absolutely gorgeous, starting with its enticing aromas of red berry, tobacco, dog rose and eucalyptus. Smooth, concentrated and elegant, the palate delivers crushed raspberries, liquor-soaked cherries, blood oranges and licorice framed in tightly-woven, velvety tannins. Fresh acidity keeps it balanced. Drink 2025–2036. Abv: 15% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
95 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2017
Aromas of graphite and ripe dark-skinned berry mingle with new leather and eucalyptus. On the polished, savory palate, taut, refined tannins accompany ripe raspberry, prune, dried cherry and hints of almond liqueur. Drink through 2032. Abv: 15% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
98 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2018
The impressive 2018 Pianrosso opens with classic aromas of new leather, underbrush, baking spice and mint. On the full-bodied, elegantly structured palate, enveloping, velvety tannins accompany dried cherry, raspberry compote, spiced cranberry, truffle and vanilla before a pipe tobacco close. Fresh acidity provides excellent balance. Drink 2025–2038. A superb wine. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
100 Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2019
Boasting great depth and extreme elegance, the drop-dead gorgeous Ciacci Piccolomini d’Aragona Pianrosso delivers crushed raspberry, succulent Morello cherry, star anise and crushed mint flavors while aromas of eucalyptus, wild rose, new leather and forest floor continuously lift out of the glass. It’s a smooth, stunning wine, with taut, fine-grained tannins and fresh acidity that lend great aging potential and energy. Absolutely stunning. Drink 2029–2044. Abv: 14.5% Kerin O’Keefe October 2023 ©kerinokeefe.com
Tempo di vendemmia, momento che affascina anche i grandi sportivi, curiosi di vedere da vicino le uve che danno vita ai grandi vini come è il Brunello di Montalcino. La scorsa settimana da Ciacci Piccolomini d’Aragona, prestigiosa cantina guidata da Paolo e Lucia Bianchini, si è visto Miguel Indurain, vera e propria leggenda di questo sport. A distanza di pochi giorni è arrivato un altro dei più forti di sempre: Paolo Bettini, campione olimpico e del mondo, vincitore di molte classiche monumento ed ex ct della Nazionale italiana.
L’amicizia tra Bettini e Bianchini è di lunga data e il tre volte vincitore della classifica finale di Coppa del Mondo, grande appassionato e intenditore di vino, è venuto volentieri a fare un saluto a Montalcino in una delle cantine più importanti della zona e nota per essere anche “bike friendly” grazie alla passione del proprietario per il ciclismo, uno sport che ha praticato a livelli importanti, costruendo poi un museo ricco di cimeli e trofei. Bianchini ha costruito e mantenuto tante amicizie e sovente i campioni vengono a Montalcino per un saluto. Questa settimana, oltre a Bettini, si è visto un altro campione italiano, Damiano Cunego, vincitore del Giro d’Italia 2004 e di tre Giri di Lombardia.
Uno dei più grandi campioni di ciclismo di tutti i tempi in visita a Montalcino. Parliamo di Miguel Indurain, vera e propria leggenda dei pedali, il fuoriclasse spagnolo capace negli anni ’90 di vincere cinque Tour de France consecutivi (unico a riuscirci), due edizioni del Giro d’Italia ma anche l’oro olimpico e mondiale con la Spagna. Da anni amico di Paolo Bianchini, alla guida della prestigiosa cantina Ciacci Piccolomini d’Aragona, Indurain ha visitato il museo del ciclismo dove sono esposte anche tre sue maglie (tra cui quella rosa) e la proprietà, compresa la cantina e i vigneti. Accettando con gentilezza anche di fare una battuta con MontalcinoNews. “Paolo è un grande amico - ci ha detto Indurain - mi piace molto la Toscana e Montalcino. Sì, il Brunello l’ho assaggiato e anche quando correvo un bicchiere di vino la sera non mancava mai!”. Parola di chi ha scritto la storia di questo sport.
Il Brunello di Montalcino è il vino rosso italiano più rappresentato nelle wine list dei ristoranti negli Stati Uniti. Questo dato emerge dalla speciale classifica "Top 150 Italian wines in American Restaurants", creata da wine2wine di Vinitaly in collaborazione con Somm.ai, il più grande database americano al mondo di liste di vini e liquori venduti nei ristoranti. Questa classifica ha analizzato la presenza dei principali 150 vini italiani nelle carte dei ristoranti statunitensi di alta qualità.
Secondo quanto riportato dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino, ben 17 cantine del Consorzio sono state incluse nella classifica dei migliori vini offerti nei ristoranti americani, con un totale di 12.228 referenze di Brunello di Montalcino nelle loro liste. I prezzi di questi vini sono per la maggior parte in tripla cifra, con una fascia che va da un massimo di 1.213 dollari a una base di 90 dollari a bottiglia. Gli Stati Uniti rappresentano il mercato estero più importante per il Brunello di Montalcino, con una quota di circa il 30% delle vendite al di fuori dell'Italia. Inoltre, a fine 2022, si è registrata una crescita significativa delle vendite, con un aumento del 29% in termini di valore, come riportato dall'Osservatorio prezzi del Consorzio del vino Brunello di Montalcino.
Ecco le 17 aziende vinicole del Consorzio presenti nella classifica "Top 150 Italian wines in American Restaurants":
To launch the sublime new Brunellos of Ciacci Piccolomini d’Aragona, what better venue in London than Café Murano, where Angela Hartnett’s classic Italian food pairing lunch involved not one, not two, but three meat courses. Adjusting his belt was Victor Smart who tasted the new Brunello di Montalcino DOCG 2018, Rosso di Montalcino DOC 2020 and Brunello di Montalcino Pianrosso 2008 in the company of the estate’s Alex Bianchini.
Brunello di Montalcino is a wine that I fell for from my first taste. Some reds are powerful, others have finesse and elegance. Brunello has both. It’s understandably one of Italy’s most internationally celebrated wines, prized especially in the US – and prices are high.
Although the first vintage of Brunello was more than a century ago, the global prestige has only come in the last forty years. Unlike Super Tuscans which stray into non-indigenous varieties,Brunello is always made from 100 per cent Sangiovese, Italy’s most widely planted varietal by some margin. A rigorous DOCG law requires several years of cask ageing and the 2018 is now ready for a tasting courtesy of one of the top producers, Ciacci Piccolomini d’Aragona.
Where better to try out the new Brunello than Café Murano in St James’s, where Angela Hartnett pays homage to classic Italian cuisine. The lunchtime atmosphere is laid-back, but the food is serious. The pasta course is agnolotti with braised rabbit and we have not one but two other meat dishes to follow: risotto ossobuco and then ox cheek with parmesan polenta. Substantial fare befitting substantial wines.
Ciacci is a family business and we are hosted by Alex Bianchini, grandson of the estate manager who inherited the Tuscan property in 1985 on the death of the childless Countess Elda Ciacci. Located in the south east of the Montalcino region close to medieval village of Castelnuovo dell’Abate, the estate can trace its roots back to the 17th century.
The firm has a total holding of 220 hectares producing both the Brunello and the cheaper Rosso di Montalcino, the latter with its own DOC since 1983 escaping the strict ageing requirement of its sibling, but still 100 per cent Sangiovese.
Many wine bosses today are keen to boast of their innovation. Bianchini seems the opposite – he’s keen to emphasise that Ciacci is all about tradition. For example, he takes pains to explain some producers are now using barriques but that his winery sticks with the large traditional barrels which they get made with oak from Croatia.
In spite of this, it is evident as soon as we taste the first wine, the Rosso di Montalcino DOC 2020, that there have been improvements. The Rosso does not have a lot of depth but this is a friendly and approachable wine, a delight with gentle tannins and a good finish. Supple and youthful.
Similarly, with the newly released Brunello di Montalcino DOCG 2018. Unlike many years so far this century, this vintage year was pretty rainy. The wine displays the characteristic flavours of blackberry and black cherry. There are elegant and forceful aromas and a bright acidity. Above all it epitomises the warmth and softness on the palate with soft tannins that makes this wine so inviting. There’s also the structure for midterm ageing potential. And, of course, the high acidity makes for a perfect pairing with those meaty ox dishes.
As we move on to the dessert of Tiramisu it’s already becoming late afternoon, although the clientele at Café Murano show little sign of stirring. We’re treated to a much older Brunello di Montalcino Pianrosso 2008 in jeroboam. Described by Bianchini as being in “perfect condition”, this has a wonderful garnet colour and comes across as far more distinguished than the upstart 2018. There is depth and complexity. Even so, some of my fellow tasters comment that the younger wines are less oaked and, well, simply more drinkable at this early stage (which is the order in which they should be drunk). Clearly, Ciacci has been hard at work on improvements in vineyard management and cellar practices. So the good news is that some of the younger – and cheaper – Brunellos already rival some of the pricier, more venerable wines at least for sheer drinking pleasure.
The wines of Ciacci Piccolomini d’Aragona are imported and distributed in the UK by Mentzendorff which is a commercial partner of The Buyer.
Servirebbe prendere spunto dalla vite. Servirebbe fare come lei un po’ tutti, donne e uomini, le istituzioni nazionali e internazionali: vivere, prosperare con tranquillità adattandosi a quello che cambia intorno a noi. Perché cambia, anche se non ce ne accorgiamo subito, se troviamo sempre un modo per sfuggire a questi cambiamenti, perché diamo più importanza al passato, fa parte di noi, mentre dovremmo avere anche uno sguardo rivolto al futuro. “E’ straordinaria la vite, ha una capacità di adattamento unica. Sono meravigliato e sorpreso da come si sta adattando al clima che negli ultimi anni è cambiato”, dice al Foglio Paolo Bianchini, proprietario (insieme alla madre Anna e alla sorella Lucia) della Azienda vinicola Ciacci Piccolomini D’Aragona di Castelnuovo dell’Abate, a due passi da Montalcino. Paolo Bianchini è arrivato alla quarantesima vendemmia “ed è dal 2017 che le condizioni climatiche sono mutate. Le viti però hanno avuto la capacità di cambiare, le radici sono scese più in profondità per trovare l'umidità necessaria per mantenersi e mantenere il grappolo, lasciando immutata la qualità dell’uva”. La pianta si adatta e si adattano a lei anche i vignaioli. “Sono stati anni di caldo intenso. A novembre le viti avevano ancora la chioma verde, ma gestendo l’apparato foliare in un certo modo siamo riusciti a fare sempre dei grandi vini. Parte del nostro lavoro è mutato, non si può applicare rigidi schemi nei campi. E’ un reciproco adattamento, per questo credo che quando si ha a che fare con le vigne, ma questo può essere anche esteso anche ad altri contesti, serve avere la capacità di analizzare cosa sta accadendo, cosa sta cambiando, e modificare di conseguenza anche ciò che si credeva immodificabile”. Serve analizzare il presente, cercare di anticipare il più e il meglio possibile cosa potrebbe accadere in futuro, farsi trovare pronti: non c’è nulla di peggio che farsi trovare totalmente impreparati, soprattutto quando si ha a che fare costantemente con eventi naturali. “Non è possibile pensare che si possa prescindere a priori da tecnologia e innovazione, chiudersi in un castello e staccare completamente dal mondo”, spiega. Poi aggiunge: “Certo serve capire che tecnologia e innovazione devono essere legate al rispetto della natura, utilizzarle con attenzione senza forzare i tempi che questa impone. Serve equilibrio. Serve farsi domande intelligenti e trovare le risposte più intelligenti possibili”. Domande tipo: “Cosa si può ancora migliorare a livello tecnologico per ridurre il più a zero possibile lo spreco d’acqua? Noi ci stiamo organizzando. Quello che scende dal cielo va salvaguardato, incamerato. Utilizzare l’eccesso di certi momenti per rimpiegarlo in caso di necessità. Stiamo in pratica facendo in chiave moderna quello che già mio padre, con lungimiranza, faceva nei tempi andati. Sono che lo facciamo utilizzando le conoscenze e le tecnologie che la società ci può offrire”, spiega. “La terra è fertile, ma va lavorata, curata. Il nostro lavoro dovrebbe essere così in ogni settore. Capire cosa serve, non impaurirsi per le novità, ma utilizzarle con l’unico scopo di migliorare, e non danneggiare, ciò che ci sta attorno”. In fondo il vino non è poi diverso dall’andare in bicicletta. “Anzi, è basato proprio sugli stessi valori: la fatica, la passione, perché è quella che in fondo ti fa pedalare, il rispetto per se stessi e per ciò che ti sta attorno. Soprattutto la capacità di adattarsi a ciò che accade. Perché un giro, una corsa, può partire male, può accadere che dopo venti chilometri hai già il male alle gambe, ma cosa fai? Torni a casa? No, vai avanti, vedi come va, magari alleggerisci il rapporto e tutto cambia. E così è il vino. Nell’estate del 2018 pensavo che quell’annata di Brunello di Montalcino fosse da buttare, pessima. E’ stata eccezionale”.
Giovanni Battistuzzi
Grande spettacolo sabato scorso per l’edizione n.17 delle Strade Bianche che ha attraversato anche il territorio di Montalcino con i suoi meravigliosi sterrati ed i tanti appassionati a bordo strada ad incitare i propri beniamini.
Una corsa bellissima che in tanti hanno potuto vedere anche in diretta televisiva. Le immagini hanno fatto il giro del mondo e questa è certamente una bella notizia anche per il nostro territorio. A vincere è stato uno dei favoriti, il britannico Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers) che ha alzato le braccia al cielo in Piazza del Campo a Siena dopo aver attaccato a 52 km dal traguardo.
Per quanto riguarda la Strade Bianche Women Elite a trionfare è stata l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) che in una entusiasmante volata ha battuto la compagna di squadra Lotte Kopecky. Entrambe, assieme al loro team, in questi giorni hanno pernottato nel territorio di Montalcino.
Ma il giorno successivo lo spettacolo sulle due ruote è stato garantito anche dalla Gran Fondo Strade Bianche amatoriale con il sold out di 6.500 iscritti (il 30% provenienti dall’estero). Presenti anche fior di campioni del recente passato come Fabian Cancellara, Paolo Bettini, Mario Cipollini, Filippo Pozzato e Sonny Colbrelli.
Sul traguardo di Piazza del Campo ha preceduto tutti Mikkel Videbaek mentre nella prova femminile si è imposta Annalisa Prato.
Al via c’era anche Paolo Bianchini, proprietario con la sorella Lucia della prestigiosa griffe di Brunello Ciacci Piccolomini d’Aragona. Paolo sabato e domenica ha incontrato tanti amici, dal ct della Nazionale Bennati fino al fuoriclasse Peter Sagan: quando il ciclismo passa dalle nostre parti Bianchini è sempre uno dei protagonisti assoluti come dimostrano le tante belle amicizie mantenute negli anni con i grandi campioni di questo bellissimo sport.
Una delle caratteristiche del Brunello 2018 è la facilità di approccio. Ne è convinta Michaela Morris, firma di Decanter, che ha dedicato un articolo all’annata appena uscita sul mercato. Un’annata che offre molta scelta, scrive Morris, tra vini deliziosi “da bere a breve termine per godere della loro radiosa freschezza” e altri vini che possono invecchiare “ma sono già espressivi e si mostrano bene. Sebbene possano offrire di più in futuro, sono già irresistibili. Aprirli al momento del rilascio non sarebbe un ‘infanticidio’, ma un’opportunità soddisfacente per provare alcune bottiglie e poi scegliere se metterne da parte alcune”.
Morris elenca anche dieci etichette da bere subito, nel 2023: sono il Brunello 2018 di Castello Romitorio, il Brunello Pianrosso 2018 di Ciacci Piccolomini d’Aragona, il Brunello 2018 di Fattoi, il Brunello 2018 di Fuligni, il Brunello 2018 de La Fortuna, il Brunello 2018 di Pietroso, il Brunello 2018 di Poggio Antico, il Brunello 2018 di San Guglielmo, il Brunello 2018 di Sesti e il Brunello 2018 di Val di Suga.
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Ciacci Piccolomini d'Aragona, Docg Brunello di Montalcino Pianrosso 2018
Il Brunello di Montalcino Pianrosso 2018 ha naso di bella predominanza floreale, con saldo fruttato e cenni speziati a rifinitura. La bocca è decisamente succosa e saporita, di robusta articolazione tannica con leggero e piacevole tocco boisé sul finale. Ciacci Piccolomini d’Aragona, dei fratelli Bianchini, non ha certo bisogno di molte presentazioni. La storia di questa cantina è celeberrima e, soprattutto, la vocazione dei suoi vigneti è tra le più rilevanti dell’intero areale: siamo infatti nel quadrante sud-ovest di Montalcino, nella striscia di vigneti tra i borghi di Castelnuovo dell’Abate e di Sant'Angelo in Colle. Qui, i terreni, sassosi e di medio impasto, ospitano vigne con esposizioni straordinarie.